La carcerata dalla nuova vita
"E' tardi!" mi dico con sentimenti contrastanti. Mi sento di dirvi che è tardi, molto tardi e molti di voi miei cari lettori sono probabilmente a letto da un pò, ma non potevo aspettare,non dopo che finalmente il mio
fotografo mi ha portato le foto fatte a Livorno qualche settimana fa. Non dopo una serata passata a ridere e scherzare con lui e al pensare al niente. Non dopo che sto scoprendo che amare qualcuno è ancora possibile dopo le cicatrici che mi porto dentro, dopo le delusioni, i tradimenti, le ripicche; dopo aver perso e ritrovato me stessa così, piu forte di prima; dopo essermi vista con una luce diversa nelle foto di qualcuno che non è la mia migliore amica, la mia metà spensierata, ma che vive vicino a me tutti i giorni. Non potevo aspettare perchè ancora una volta nel giro di poco tempo i Paramore mi tiravano a se dicendo di scrivere ciò che provo. Penserete " Ma questo non è un fashion blog dove le fighe di legno mettono foto e parlano di ciò che è cool e out?" mai fatto fin ad ora. Qui scrivo un pezzo della mia vita e vi racconto i miei outfit che mi fanno sentire speciale, unica, sensuale e..bella.
Come quando lui mi guarda negli occhi e me lo dice sorridendo. Come quando allo specchio sorrido e mi faccio le foto che finiranno su istangram e facebook. Come quando mi alzo la mattina e sorrido guardando la foto di chi non c'è più e pensando che se sono quella che sono lo devo sopratutto a te che nel poco tempo insieme a me mi hai insegnato così tanto. Io sono questa..un libro aperto. Come quel giorno a Livorno, che lontano da occhi indiscreti ho sorriso ad una nuova vita, ad una nuova persona con tutte le paure e le conseguenze che ne conseguono.
Come in queste foto che vedete, dove si nota la nostalgia per un posto che mi ha dato molto, dove si nota la tristezza prima di andarmene e il sorriso per essere lì con qualcuno che apprezza ciò che sono, che sorride probabilmente quando mi pensa; che non gli importa quanta distanza ci sia tra noi, ma si accontenta di stare con me quel poco che basta per sentirsi abbastanza soddisfatto della mia presenza. Foto fatte in due posti per me punto di riferimento a Livorno. Il Dolly, il bar della colazione appena scesa in Piazza Grande, dove quando entravo il barista sorrideva e mi preparava il caffè macchiato senza nemmeno chiedermelo; una sensazione di casa e nostalgia quando siamo entrati lì.
Terrazza Mascagni, dove ho sorriso guardando il mare, sognato e pianto in silenzio ogni volta che il mio cuore riceveva una ferita e aspettava che si rimarginasse. Dove quella mattina, prima che tutta la mia esperienza a Livorno finisse mi sono promessa di tornare con qualcuno che di me gli interessava davvero; dove ho lasciato un pezzo del mio cuore e l'ho raccolto quel giorno che siamo stati lì a fare le foto e ridere come due scemi che si conoscono e non se ne rendono conto, come due che si guardano e non sanno di stare bene veramente insieme, come due che con mille cicatrici addosso si rialzano e iniziano a stare bene di nuovo, a vivere di nuovo, come due che pensano che non tutti gli uomini e le donne sono uguali, ma che qualcuno c'è anche per loro. Io quel giorno non ho potuto ricevere dono più grande dell'essere stata lì con lui, dall'avere scoperto che sorridere con una persona accanto non è poi così tanto difficile, che si può stare bene anche senza per forza sforzarsi che tutto vada bene, senza dover buttare giù bocconi amari e rimanere con il sorriso sperando che tutto vada per il meglio. Io adesso vivo e non ho scelto ciò che ho addosso per caso, quella giacca (H&M) l'ho desiderata un monte, ma faceva carcerata..certo la carcerata ero io in una relazione unilaterale dove chi contava era solo una persona, dove tutto era concentrato su gli hobby e le passioni di uno solo. Quella maglia era per proteggermi, perchè io la mia metà spensierata l'abbiamo uguale, per ricordarmi che in qualsiasi modo sarebbe andata la giornata io avevo lei, che con il suo sorriso amico ancora una volta sarebbe stata pronta a ricucirmi le ferite, ma non ce n'è stato bisogno. Il mio fotografo è troppo buono, altruista e gentiluomo per procurarmi delle "ferite". La mia immancabile collana Rebecca regalata sempre dalla mia migliore amica. E il giubbotto da baseball la pazzia di dieci minuti dentro H&M, dove ero entrata per un semplice giubbotto di pelle. Tutto il resto sono io. I miei occhi trapelano ciò che provo, non sono mai stata brava a nascondere i miei sentimenti. E lui, il mio fotografo, probabilmente quel giorno se n'è reso conto.
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